Così accendo la tv e vedo questo meteorologo. E' arrivato da poco a Escor Tg, strapagato per passarci. Sta sotto una pioggia mai vista, un diluvio. Ma è senza ombrello. E dice: "Come vedete ancora una splendida giornata di sole illumina il Paese mentre vi trasmettiamo".
Le gocce gli scendono lungo la pelata (mai fidarsi degli uomini che han perso i capelli o al liceo non avevano le ragazze, diventano meschini). Strabuzza gli occhi per distinguere la telecamera. Dice: "La temperatura è ideale, spiagge gremite lungo la costa".
Mi avvicino per guardare se almeno ha un tic nervoso che riveli il disagio. Alzo il volume, incredulo. Mio zio dice: "Ma dai, capisci: il partito del sole gli ha cambiato la vita, raddoppiato lo stipendio per dire quel che gli fa dire".
No, zio, non capisco. Io capisco le ragazzine di Soweto che vanno a prostituirsi a Johannesburg per mangiare e curare la mamma. E' una necessità. Capisco pure quelli di Salò, che mica lo fecero per soldi. Era un'idea, comunque.
Questo qua non lo capisco, se lo facessi sarei un po' come lui. E col cavolo. Resto a guardarlo, il livello dell'acqua sale. Dietro di lui c'è l'inondazione. Tutto questo mi ricorda una frase di un bel libro:
PAUSA PUBBLICITARIA: "Una farsa fatta di avidità e assurdità, con un gran vuoto morale in mezzo", Damon Galgut, "L'impostore", Guanda
Ha l'acqua alla gola. Annegherà? O si salverà? Passerà al partito della pioggia prima che sia troppo tardi? Dicendo che l'aveva sempre capito: il sole era un'illusione e lui, scherziamo, un meteorologo di razza. Sai che c'è? Spengo la tv. Me lo racconterete voi, che fine ha fatto. Per me, era già finito.
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1 commento:
da Navi in Bottiglia (di Gabriele Romagnoli)
Escor Tg
Così accendo la tv e vedo questo meteorologo. E' arrivato da poco a Escor Tg, strapagato per passarci. Sta sotto una pioggia mai vista, un diluvio. Ma è senza ombrello. E dice: "Come vedete ancora una splendida giornata di sole illumina il Paese mentre vi trasmettiamo".
Le gocce gli scendono lungo la pelata (mai fidarsi degli uomini che han perso i capelli o al liceo non avevano le ragazze, diventano meschini). Strabuzza gli occhi per distinguere la telecamera. Dice: "La temperatura è ideale, spiagge gremite lungo la costa".
Mi avvicino per guardare se almeno ha un tic nervoso che riveli il disagio. Alzo il volume, incredulo. Mio zio dice: "Ma dai, capisci: il partito del sole gli ha cambiato la vita, raddoppiato lo stipendio per dire quel che gli fa dire".
No, zio, non capisco. Io capisco le ragazzine di Soweto che vanno a prostituirsi a Johannesburg per mangiare e curare la mamma. E' una necessità. Capisco pure quelli di Salò, che mica lo fecero per soldi. Era un'idea, comunque.
Questo qua non lo capisco, se lo facessi sarei un po' come lui. E col cavolo. Resto a guardarlo, il livello dell'acqua sale. Dietro di lui c'è l'inondazione. Tutto questo mi ricorda una frase di un bel libro:
PAUSA PUBBLICITARIA: "Una farsa fatta di avidità e assurdità, con un gran vuoto morale in mezzo", Damon Galgut, "L'impostore", Guanda
Ha l'acqua alla gola. Annegherà? O si salverà? Passerà al partito della pioggia prima che sia troppo tardi? Dicendo che l'aveva sempre capito: il sole era un'illusione e lui, scherziamo, un meteorologo di razza. Sai che c'è? Spengo la tv. Me lo racconterete voi, che fine ha fatto. Per me, era già finito.
(22 giugno 2009)
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