giovedì 13 maggio 2010

Diario di Rondine - Amelie Nothomb

Diario di Rondine è il mio ennesimo Nothomb.
Non mi stanca mai, anche se è così prolifica che ogni tanto mi chiedo se è una scrittrice o una venditrice di libri. Se sono operazioni commerciali o la penna che non sa star ferma, pur non sapendo dar continuità mai, perché non va mai, dico mai, oltre le 180 pagine.
Per quanto mi riguarda, niente è stato più all’altezza del suo capolavoro L’igiene dell’assassino, un vero e proprio trattato di perfidia, di cinismo, scritto divinamente.
Durano il tempo di un respiro, ok, ma mi divertono nella loro profonda descrizione di personaggi ai limiti, estremi. Dunque, perché non esulare ogni tanto dal buonismo dilagante della maggior parte dei libri che si trovano tra classifiche, banconi e amici?
Sorelle nemiche, amori che si trasformano in odio, tutto e il suo contrario. Niente è normale, niente è lineare. Come nemmeno lei è.
La Nothomb si presenta sempre di nero vestita. Porta sempre una tuba in testa. L’ho vista sempre così, nelle interviste, quando cerca di spiegare da dove prendono forma i suoi personaggi e si inerpica in discorsi interessanti, filosofici, estremamente intimi.
Trovo assurdo farlo. Chissà cosa le frulla in testa. Difficile entrarci, anche se ce lo spiega lei!

Buona lettura

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