mercoledì 4 marzo 2009

L'onda di Dennis Gansel

Die Welle, l'onda in tedesco, è il titolo originale di questo film uscito il 27 febbraio.
La settimana scorsa è stato il turno, in ordine di Frost/Nixon, The reader, Revolutionary road e Il dubbio, ma non ho trovato il tempo di scrivere in proposito qualcosa, per quanto potrei sottolineare che:
Frost/Nixon: film interessante e ben fatto (e poi finalmente Ricky Cunningham non dirige un blockbuster),
The reader: potente e trovo che la Winslet abbia davvero meritato l'Oscar.
Revolutionary road è un film davvero perfetto, come Sam Mendes aveva saputo fare all'epoca di American Beauty. Fotografia, costumi, scenografia davvero impeccabili, per non parlare dei due interpreti. Di Caprio non è mai credibile per me, ma riconosco che sia bravo e che sia un uomo, ma rimane sempre ancorato ahimè alla faccia da raggazzino del passato.
Il Dubbio è un buon film, ma un po' troppo ligio su dei binari rigidi. Il cast è eccezionale, ma il film non esplode mai.

Ma veniamo a L'Onda.
Rainer deve mettere in moto una settimana a tema per i suoi studenti. E proprio a lui, comunista in gioventù, capita il tema Autarchia. Il primo giorno ha un'illuminazione e così comincia il suo esperimento. Partendo dalla genesi di una dittatura, dai motivi per cui questa può prendere piede, le condizioni sociali etc... ascolta i pensieri dei ragazzi che, tra le altre cose, non credono che si possa ripetere l'esempio più famoso verificatosi durante il Terzo Reich.
Provoca gli studenti 17-18enni, istigandoli a un cameratismo apparentemente spicciolo che si ritrova nell'uso di un'uniforme, di un saluto, della disciplina e nell'identificazione di un capo.
Ma l'esperimento gli sfugge tragicamente di mano e...

E questo è il plot. In concorso, tra l'altro, al Sundance.

Il film non è un capolavoro di regia, ma colpisce l'idea nella sceneggiatura di mostrare un'amara realtà, attraverso un metodo che sarebbe facilmente ammissibile, se tutti smettessimo di credere che è impossibile che riaccada.

Siamo tutti bersagli.

Il momento storico è propizio, temo. La crisi, la gente è estremamente vulnerabile NO ideali, NO ottimismo... et voilà.

Ma sono sicura che tutti esclameranno "OOOOHHHH... che esagerazione!!!".
E intanto, in mezzo a loro, succedeva qualcosa di incredibile.

buona notte,
Robiciattola

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao Robi, non ho visto il film ma proprio stamattina ho letto un bell'articolo su internazionale di un sociologo spagnolo, che, a proposito della crisi economica che stà indebolendo (o trasformando) il capitalismo globale ed il suo relativo modello sociale, ci dice che "l'ultima volta che c'è stata una crisi di queste dimensioni le conseguenze politiche sono state il nazismo, il fascismo e una guerra mondiale".
Per fortuna rincuora alla fine: "Sappiamo da dove veniamo, ma non dove andiamo. Sappiamo che il nostro consumo di beni e servizi diminuirà, e che aumenterà il tempo a nostra disposizione. A patto di ricordare come si vive e di non rimanere intrappolati nei debiti accumulati nei nostri anni migliori. Speriamo che dalla crisi economica nasca una nuova cultura".
Buona giornata
Laura

Robiciattola ha detto...

Un nuovo corso. Dici?
Mah, il film elenca proprio le condizioni sociali in cui certe storture possono nascere e tra queste c'è la disoccupazione, dunque la crisi economica, etc.
Ma, soprattutto, la (NON) cultura dei ragazzi, facili prede di un futuro Fuhrer! E, ahimè, se mi guardo intorno, vedo proprio adolescenti e 20enni molto vulnerabili. Achtung!

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