giovedì 15 aprile 2010

Una mosca bianca. Lasciatevi contagiare!

Mi scoccia celebrare qualcuno.
Mai avuto miti. Non mi piace. Uso mezzi termini, salvo poi ammirare le azioni o i risultati di queste. Amo follemente musicisti, registi, scrittori, ma non mitizzo.
La vita è lontana dall’essere un mito.

Poi però… C’è un piccolo uomo. Cioè c’era una volta un piccolo uomo. Ma poi è diventato grande.

Nichi Vendola rappresenta, per me, l’individuo che impersona la concretezza dei gesti, quelli che sembrano piccoli a chi non è abituato a vederli mettere nero su bianco, ma anche il personaggio. Perché in un’era come questa, la lotta si misura su quanto sei comunicativo.
Scaltro? Anche. Ma quello da sempre. Non c’è niente di nuovo rispetto a decenni fa.
E il comunicatore è un personaggio estremo. Oggi.
Dove per estremo si intende normale.
Normale delle cose normali, quelle che non si sentono più da tanto tempo.
Estremo anche nel dichiarare quello che si pensa davvero, senza la paura di perdere voti/potere, senza il timore di essere cacciato dall’intellighenzia di qualche circolo, senza nascondersi dietro alle convenzioni.
Quelli di una volta non avrebbero creduto che uno così, come Nichi, potesse significare cambiamento e avanguardia.
Ma quelli di una volta non immaginavano nemmeno un’Italia così ridotta.

Spingiamo talmente in avanti le nostre speranze, che basta poco poi per affiancarsi ad urlatori e gente che, alla fine, arrabbiata comprensibilmente, si mette allo stesso livello di chi dovrebbe essere combattuto con le “armi” che si conoscono o, al massimo, con delle nuove idee proprie, senza format, ma non con le stesse dell’avversario.

E poi ci perdiamo, noi italiani. Siamo un popolo illuso, perso dietro slogan falsi e accattivanti.

E chi ci raccoglie? Il primo urlatore, appunto.

Poi, però, per fortuna è arrivato uno semplice. Uno di cuore. Uno che dalla fondina (cito liberamente da Il mio nemico di Silvestri: mica ci tiene le carte VISA!) tira fuori un sorriso e una speranza, non altro. E quel sorriso arriva sincero, mica ce l’ha appiccicato al viso! Vendola che conosce la sua Puglia e se ne interessa, migliorando cose inimmaginabili.
Quanto mi piacerebbe un Vendola nella mia Calabria.
Ma la Puglia è una piccola isola, nel sud.
E poi la Calabria è troppo sulla punta. Nella Puglia c’è ricircolo e più gente che rimane, che ci torna. Dalla Calabria si fugge appena possibile.E poi: ma quanto sopravvivrebbe uno come Vendola nella mia Calabria?

E’ fastidioso come un moscerino impazzito uno normale come Vendola.
Uno di Sinistra e Libertà, tra l’altro…
L’avessimo raccontato, solo 6 anni fa, non c’avrebbero creduto. Promotori e detrattori.
La solita arrendevolezza del: e che dovemo fa?

Ci si credesse di più…

E in Puglia, intanto, succedono cose meravigliose.
La gente, tutta, ci crede. Da giovani, agli anziani. Come la storia della signora di un paese che gli ha affidato il cuore, dandogli un anello che lui ora tiene al pollice.
Ci crede pure chi lavora per lui, come Proforma (quelli che pure a Bertinotti avevano fatto Voglio… con i post-it. Io ricordo. Ero al Palalottomatica, nel settembre 2005, con la maglietta gialla come il post-it e tanta fiducia) che gli cuce addosso sensazionali campagne elettorali.
E ci credono quelli della Fabbrica.
Vendola “ruba” a tutti un po’ di voglia di fare.
Anche a me.

Dopo questo risultato elettorale deludente, l’unica luce rimane lui.
E quello che si porta dietro. Quello che crea.
Fa paura alle poltrone del PD. Quelle prime donne che non si schiodano. Luca Sofri, il 1° aprile, aveva messo sul suo Blog una dichiarazione di Bersani che si stava dimettendo da segretario: pesce d’aprile.

Se solo l’Italia che non ha votato ritrovasse un po’ di fiducia. Quella vera. Fiducia in chi le cose le fa, senza blaterare, urlare, imbrogliare, ipnotizzare.
Fiducia nella persona che rimane coerente, senza paura.
Se la gente riuscisse a credere in chi ha coraggio di buttarsi, di dichiararsi omosessuale senza mezzi termini, rimanendo fedele ad un credo cattolico.

Certo, è difficile anche per me pensare che la gente, in massa, riesca a credere.

Perché, comincio a pensare che siano tutti presi dalla vita facile, la vittoria facile, l’imbroglio facile… gli italiani pensano al proprio orticello. Non c’è un’educazione globale. Non c’è coscienza politica, figuriamoci civile.

Ma ho fiducia. I motivi della folla saranno i più disparati, ma l’importante è che ci siano e ci si pensi.
buone pensate!
Robiciattola quasi in viaggio verso penisola 2.

2 commenti:

Francesco ha detto...

non lo conosco così bene per parlarne in termini entusiastici come te, però l'uomo mi piace. Lo vedrei bene a capo del PD, sempre che il capo glielo lascino fare e non venire costretto da mille e mille compromessi a cambiare la sua natura.

Robiciattola ha detto...

credo che essere il capo del PD sarebbe già un po' andare contro la sua natura.
però vediamo che succede!

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