giovedì 10 giugno 2010

Il pubblico italiano

Oggi una tizia che fa colazione "con me" tutte le mattine è entrata già arrabbiata, così, anche senza caffè.
Il motivo era l'ascolto del TG della mattina che parlava degli stipendi dei politici (ma non si parlava di quelli RAI?) e così ha sentenziato, in un estremo colpo di logica incredibile:

"Ma i giornalisti, che pubblicano a fare ste notizie, se poi non ti danno anche la possibilità di agire? ma che questa è democrazia? questa è dittatura e quindi io non voto!"

Ora, per carità, non che i giornalisti italiani siano degli stinchi di santo, ma la sana protesta della gente dov'è finita? perché questa pigrizia? perché questa passività?
Non si trova spazio per cercare e ottenere, ma per le lamentele, sempre.

r

3 commenti:

francesco ha detto...

sbagliato, sbagliatissimo questo ragionamento del non votare... così ci si toglie l'unica vera arma a nostra disposizione per dire che chi ci governa non ci piace.
La protesta popolare ci sarebbe ma è sempre locale perché non c'è nessuno, soprattutto tra le forze di opposizione, che sia in grado di canalizzarla e farsene portavoce. Tempi tristi...

Anonimo ha detto...

...siamo un "pubblico", appunto, come recita il titolo del tuo post. Non più "cittadini". E in Italia, oggi, vota il "pubblico".

K.

Robiciattola ha detto...

... e stanno a guardare. questo è.

r

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