martedì 16 novembre 2010

Vieni via con me - secondo round

Ieri sera ho voluto vedere Vieni via con me, perché della prima puntata mi ero dimenticata, anche se ne ho visto qualche momento, post Benignano.

Ieri sera ho pensato che non tutto è perduto. E già era successo, quando ho sentito dei dati auditel: la coppia Saviano,Fazio & friends ha superato il Grande Fratello.

Ieri sera mi sono messa ritta su una sedia, in preda a… all’attenzione (cosa che ultimamente mi riesce difficile). E così Roberto Saviano ha cominciato a parlare, alle 21.20, su Rai 3, della mafia, della nascita di questa nel 1400 circa, della ‘ndrangheta, delle gerarchie, dei riti di iniziazione di queste, spiegandoli e facendosi accompagnare dalla recitazione, con tanto di coro, di Antonio Albanese.

Ho pensato, mentre un uomo di 31 anni parlava, affatto pentito di aver intrapreso una strada difficile, nota ormai a tutti, che tutto quello che stava succedendo avesse qualcosa di straordinario.

Io non sono tra quelli che credono che Gomorra sia un capolavoro, ma credo, però, che Saviano sia una persona speciale, che con coraggio parla di cose di cui nessuno parla, in prima serata, in TV, da persona comune. Sono felice che trovi spazio, che la gente lo ascolti. Credo che parli in un modo facile, che arriva a tutti e penso che chi lo critica sia assimilabile alle persone di cui lui parla.

Se ci fossero molti Saviano, in giro, allora potremmo scegliere chi ci piace di più, chi parla meglio, chi indaga, chi scrive meglio, chi sceglie un certo palco, un certo pubblico e un certo sponsor, ma non è così. In questa Italia c’è un solo Saviano. E, per me, si merita tutto il rispetto da tutti.

Non voglio essere insistente e retorica, ma sono seria. C’è chi lo critica, perché dopotutto parla solo a chi lo ascolta facilmente, perché sta già dalla sua parte. Beh, io non credo. Ma soprattutto: se anche fosse? Davvero tutto il pubblico che ascolta “facilmente” Saviano, conosce tutte le cose che dice? E, dunque, dato che sono convinta che anche la gente più ben disposta non conosca affatto i dettagli di cui parla, ascoltarlo non può far altro che far bene.

Mafia, ‘ndrangheta, gerarchie, parole, riti, e poi? Le immagini dei bunker. I nascondigli. Mi sono emozionata ed ho pensato che se rimane quello che è, senza essere fagocitato da caste, sistemi, fama etc… abbiamo un tesoro. Certo, in parte, diranno tanti, lo è già, ma insisto: se questo gli permette di avere spazio, VIVADDIOOO!!!

(sono fomentata)

La trasmissione è proseguita. Il leit motiv del programma sono gli elenchi. Gli elenchi dei luoghi comuni sulla politica, gli elenchi delle risposte delle aziende letti da una ragazza che aveva mandato loro il curriculum, gli elenchi degli ideali di sinistra, letti da Bersani, trascurabile, non dotato di alcun carisma, emozionato, o imbarazzato, nin zo… e gli elenchi degli ideali di destra letti da Fini, migliore di Bersani, se non altro per un po’ di piglio in più. Sarà mica, anche lui, fomentato dalla situazione riflettore puntato e si sente pure un po’ ringalluzzito.

Fatto sta che è arrivato Ligabue. Ma va bene pure lui, perché c’è qualche improbabile fan che si ferma e lo ascolta e siccome mischia una canzone a un proclama sugli immigrati albanesi, VIVADDIOO, anche qui. E la ragazza albanese, naturalizzata italiana, che dice perché ama questo paese, è un bel momento.

Ah e le incursioni di Cristiano De Andrè che oddio sembra di vedere Faber e mammamia.

E poi è cominciata la partita eutanasia. Prima sul fronte Englaro, durante il quale Beppino ha letto l’elenco di quello che Eluana era, anche durante la sua dipendenza dalle macchine. Per sottolineare la sua dignità di donna, di essere umano, per non dimenticare che per quello vita non era. Dignità, parola, religione. E Saviano ha raccontato la storia d’amore tra Piergiorgio Welby e Mina, sua moglie, restituendo anche un racconto diverso, più romantico e della vita “del prima” di quest’uomo coraggioso. La cosa che mi ha colpito di più è stata proprio la volontà, già nota per carità, di voler dare clamore a questo tema, perché c’è bisogno sempre di qualcuno che si prenda il fardello di parlare al posto di chi non ha coraggio, non ha voce, non ha spazio, tempo, non ha posto, appunto. VIVADDIO. No, qui no. Perché sul finire del discorso, Saviano ha elencato i funerali di tutti quelli, furfanti, a cui è stata permessa la cerimonia religiosa, negata a Piergiorgio.

E’ finita con gli Avion Travel che cantavano Vieni via con me, con un’entrata di Toni Servillo, anche.

Voglio scrutare l’auditel. Sono curiosa. Sono contenta. Ripeto.

E voglio difendere Fazio. Per la prima volta. Mi scaglio contro chi parla di Fazio come di uno smidollato che non fa la giusta parte del contraddittorio con gli invitati. Ma ognuno decide, sceglie il proprio stile. Credo. Ognuno decide di urlare o di parlare. Sceglie i propri invitati. Assume il suo punto di vista e lo riporta al pubblico che sceglie lui, a quel punto, di guardare lui o no.

Capisco la critica, in certi casi. Ma credo che Fazio sia un presentatore e non un giornalista d’assalto. Il suo stile non è urlato/gridato/arrabbiato, come quello di molti che imperversano in TV oggi e che hanno il loro seguito, che comprendo, ma che dura poco, poi…. stringi stringi. Fazio mi ha stupito. Ha fatto una scelta forte, forte della sua calma e grazia, forte dei rapporti che intrattiene con le persone che lottano a loro modo, su piani diversissimi, ma validi e che interessano gruppi differenti di gente. Fazio è una persona gentile. Mi piace che in questo mondo di frenesia, maleducazione, rabbia, appunto, aggressività, ci siano ancora speranze, ci sia ancora spazio per uno come Fazio che decide e detta le regole.

Dunque rimedierò anche la prima puntata, visti i potenti strumenti della tecnologia di oggi, non appena dovessi recuperare il mio pc audio munito.

r

PS: Ehi ehi, ma come ho fatto a dimenticare ALBANESE??? Ieri è stata anche la volta di Cetto Laqualunque, al grido di, al solito: cchiu pilu pe tutti! E poi ha concluso con un avvertimento a Saviano: "Bobo, meno serietà e pensa a lu pilu!"

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