lunedì 18 luglio 2011

Petra Magoni e Ferruccio Spinetti - Villa Ada, Roma 15 Luglio 2011

Venerdì 15 luglio, Villa Ada. E siamo a numero… 10, circa, diciamo.

E non si tratta di Springsteen che a Villa Ada non ci starebbe, o degli U2 – idem -, oppure, ancora, non so… Jovanotti, Vasco, no. Si tratta di Petra Magoni e Ferruccio Spinetti. E ne ho scritto già, di loro, qui, qua e quo.

Ho portato sempre un sacco di gente ad ascoltarli questi due. Da quella prima volta a La Palma... Ve lo ricordate La Palma? Mi manca un locale così, esterno e interno, location affascinante. Poi due o tre volte al The Place che, in confronto, era un’oscenità, per quanto mi riguarda ed ora stop, perché al The Place non ci stanno più, dunque ci vuole uno spazio più grande.

Siamo passati per Musica 1, 2, Quam Dilecta, 55/21 ed ora Complici (escluso il Live a Fip). I primi due tutti di cover, completamente, tranne qualche piccola eccezione, tipo Le corde vocali o Il cacio con le pere (scritte entrambe da loro medesimi), poi con 55/21 si aprono i giochi: altri musicisti scrivono apposta per loro tipo Pacifico (in Musica Nuda 2 c’era già Io sono metà) o Cristina Donà (La pittrice di girasoli).

Poi un po’ di pausa che, perché no? Ci sta… Petra interpreta Il Flauto Magico a teatro con L’orchestra di Piazza Vittorio e Ferruccio ha sempre i suoi quintetti, quartetti etc… fino a raggranellare un po’ di testi, musica, nuova, nuda, più inedita, più.

E così non compro il disco nuovo, Complici, in effetti e non riesco ad andare al concerto a marzo, se non erro, in Auditorium. Mi riprometto di ascoltarli a Villa Ada, dove – da quando esistono – non hanno mai saltato un’estate.
E, dunque, mi metto lella lella, seduta su una sedia sul prato in ascolto curioso dei pezzi del nuovo disco da Pacifico ad Al Jarreau fino a Max Casacci dei Subsonica e qualche piccolo grande sconosciuto.
E scopro brani di musica pulita, di voce e corde pizzicate o no. Scopro parole abbellite dal suono. Senza arzigogoli cantautoriali, ma musica. Puro amore.
E lei, per fortuna, più sciolta e meno seria. Che a me, com’è noto, non dispiace. Insomma la preferisco a quei momenti un po’ così, in cui si lascia prendere da un’irrefrenabile voglia di essere serissima, stranissima e canta piegata in due per mezz’ora… ma è talmente brava poi che glielo perdono.

Dunque, il concerto per lo più l’ha scandito il nuovo disco, salvo poi ascoltare verso la metà Bocca di Rosa, contenuta in 55/21 e da Fever, eseguita col gruppo spalla (Manu Puma??): non male; e poi i bis: tutte vecchie glorie di cover da Guarda che Luna alla mitica Il Cammello e Dromedario. E poi una foto a tutti noi, al contrario.

Bene, bravi!

2 commenti:

Ylenia ha detto...

Li inseguo da anni.
Quando suonano loro o sto in ferie o nessuno vuole venire con me.
Triste destino.

Robiciattola ha detto...

Ylenia!
Ma perché non scoprire quella speciale sensazione che si prova ad andare a vedere un concerto da soli? Io lo faccio spesso, se ci tengo molto. Poi la compagnia, casomai, si trova e sennò, ti sei goduta un concerto! c'è quello a farti compagnia... :)

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