lunedì 28 novembre 2011

Scialla! (stai sereno) di Francesco Bruni


Il 18 novembre scorso è uscito nelle sale questo piccolo film di Francesco Bruni, uno che fino ad ora aveva sceneggiato moltissimi film di Virzì, più qualcuno di Calopresti e altro. Uno che insegna, o insegnava, al Centro Sperimentale di cinematografia che ha deciso di cominciare a girare lui, in prima persona, un film su Roma, per Roma. Così dicono.

Io ne ho sentito parlare, durante il Festival di Venezia e così Diego mi ha convinto a vederlo, perché confesso che il titolo non mi aveva affatto conquistato, anche se, forse, le critiche di adesso – tutte positive – mi avrebbero persuaso.
Scialla è un modo di dire degli adolescenti romani che Amici di Maria De Filippi, tra gli altri, aveva di recente adottato, quindi… pensavo fosse un titolo un po’ gigione per conquistare una fetta di pubblico. E vabbè, a sto punto mi sono detta, sarà pure così epperchénnò?

Fattosta che s’è beccato il premio Controcampo a Venezia e no, non è per niente il solito film con l’adolescente che parla tutto ‘ndo nnamo, che famo, ahò regà etc etc etc… in lotta con padre/madre/mondo, cioè in parte si, ma lo fa in un modo carino, godibile, aggraziato e con un linguaggio chiaro, cosciente, consapevole, non urlato, ma sopra le righe al punto giusto, in un modo reale e non cinematografico, insomma.

E mentre Luca cammina per la strada c’è Amir che canta in sottofondo… wow! Ottima scelta!

Bentivoglio è un gran figo. Ups, potevo dirlo? Solo che purtroppo, ammesso che fosse un.. costume di scena, credo stia invecchiando male: un po’ trasandatello.
La sua una bella figura, in evoluzione, nel film. Le sue giornate scandite dal quasi nulla vengono sconvolte, benevolmente, dall’arrivo di questo ragazzo. Dunque l’evoluzione, ad un certo punto, diventa quasi parallela. Un’unione, in definitiva, che fa bene ad entrambi, in modi diversi.
La storia e il linguaggio diversificano questo film da molti altri fatti sul tema, sull’adolescenza, sul rapporto figli-genitori, ma noi siamo contenti che ogni tanto nasca qualche chicca da tutti questi tentativi di ritrarre un’età così difficile per chi la vive, ma anche per chi la vuole raccontare. Io sono contenta, perché a vederne tanti persi per disattenzione dei genitori, di adolescenti, mi piange il cuore.
Altre tre cose da dire, in merito. Una che mi lascia perplessa: è improbabile o no che un 15enne cresca un po’ coattello e con questo tipo di linguaggio, con una madre frikkettona, con accento nordico, amante del teatro e della cooperazione, tanto che va a lavorare in Mali? Di buoni sentimenti e principi, ok, ma io parlo del linguaggio e dell’atteggiamento (“corteggiare le ragazze è da froci”).
Una menzione poi alle due figure collaterali, ma entrambe di rilievo: Vinicio Marchioni “Il Poeta” con un personaggio che è una chiave non male per “risolvere” una situazione e lui mi sembra perfetto: il criminale un po’ artista, amante di Truffaut (davanti alla TV con qualche squinzia e due armadi stanno per guardare I 400 colpi e una delle squinzie dice: “ma che è un firm de guerra?”) e di Pasolini. Tanti complimenti anche a Barbora Bobulova pornostar con villona, che prova a tornare, sul finire di carriera, alle cose che amava: la musica, l’arte e dormire tra le braccia di un uomo.
Pollice su, dunque, per Bruni che fotografa un momento importante in un modo nuovo e qualcuno dice anti Moccia. Uhhh… ma ci vuole poco e… coraggio!

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