venerdì 12 settembre 2008

Quattro vecchiette e un ferragosto...

Per un attimo l'amarezza: gli anziani abbandonati come i cani, d'estate.
Pensieri animalisti a parte... mumble mumble.
C'è questo Gianni Di Gregorio, 59enne, che esordisce così. Informalmente presentato e formalmente prodotto dal nostro Matteo Garrone (che ricorderei più come il regista dell'interessante Imbalsamatore o dell'intenso Primo Amore, più che dell'arcinoto Gomorra!), Di Gregorio ha lavorato con lui come sceneggiatore, come anche nell'ultimo acclamatissimo Gomorra (arieccolo! Bello, no per carità).
Dunque, il regista debutta a 59 anni!

Questo film è fatto di piccole scene e di attori esordienti che gli danno più forza.
Ogni fotogramma è riempito dalla dirompente faccia di ognuna delle quattro protagoniste, donne anziane che rimangono insieme a casa di Gianni e della madre, un'estate, intorno a Ferragosto, quando le famiglie si "disfano" di loro, come dei fardelli.

Dunque c'è un fondo di amarezza e di verità, nelle premesse e negli intenti, credo, di chi ha pensato la storia (che pare sia autobiografica!!! Gianni è proprio Gianni... il regista).
Ma chi ci pensa più all'amarezza, quando le donne cominciano ad interagire e a colorare il film?
Che ovazione!
Il contropiede, in crescendo dopo aver abbandonato l'amara realtà vuota estiva, avviene piano piano e quando meno ce lo si aspetta... TAC!
E' un piccolo film, ma quello che riesce a scatenare è piuttosto inaspettato.
Quanto ci sia voluto per scriverlo, girarlo e "pagarlo", non importa, ma sembrava che non ci fosse nessuna sceneggiatura dietro, sembrava che a farla da padrone fosse l'improvvisazione, l'immaginazione delle protagoniste e la loro personale voglia di godersela!!!

E pure il pubblico c'è riuscito, quindi è un successo!!

un bell'inizio di stagione cinematografica.
Robiciattola

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