giovedì 26 marzo 2009

Trieste - misto Italia

Se si aspetta un'assolata giornata, probabilmente il fascino di questa città di confine farebbe strabuzzare gli occhi, perché anche nel caso di nuvole perpetue, se ne intuiscono le potenzialità. Peccato che non abbia, perciò, potuto rimirare le montagne che mi dicevano avrei dovuto scorgere già da Piazza dell'Unità d'Italia.
Passeggiando anche di sera, si intuisce che la città è piccola e tutto è a portata di mano, di naso e di occhi (anche se gli occhi, di questa regione hanno visto cose belle, tantissimi anni fa, dunque anche non "a portata"!), dai moli e i palazzi del centro, ai locali, buffet e specialità che si assaggiano.

Leggendo di Trieste, quello che domina è il discorso sulla moltitudine di culture presenti in questa terra di confine che ha accolto (ma non di buon grado, secondo alcuni) croati, sloveni, ebrei, greci etc... permettendo loro di esprimere sempre liberamente la loro individualità, senza mai con-fondersi troppo nel mucchio. Se fosse vero sarebbe da prenderne spunto, ma ho sentito un tantino di acredine verso le minoranze tutelate o robe simili, dunque non pare più l'isola felice di cui leggevo, ma tutto il mondo è paese!

In una città di mare si mangia pesce, no?
Dunque, vada per Menarosti, un antico ristorante dal 1903. Preso un bicchiere di Ribolla gialla, che accompagnava come antipasto il granchio, le seppioline e il polipo, mentre come secondo (perché se al nord andate a mangiare troppo tardi - le 22 - i primi non ve li cucinano!!!) una murmura e un pesce pagello. Soddisfatta, direi perché quando si sente che il pesce è fresco, c'è solo da godere del piatto e leccarsi i baffi. Tutto il resto è noia!

L'ambiente del ristorante e la Signora Lilly (che non è la Lili di Muggia, già citata!) era assolutamente kitch da morire... dall'arredamento all'abbigliamento di lei e nel modo di raccontarti i piatti che abbiamo definito da mamma che si prene cura di te!
La serata si è conclusa con una bevanda trentina: il Parampampolo! Tipica della Valsugana, mi dicono, è fatta con grappa, caffè, vino, zucchero caramellato e si presenta fiammeggiante. A Trieste si trova solo al Fora per Fora e se non la si beve, l'oste si arrabbia!


Sulla collina per San Giusto, ho fotografato una statua sulla quale una signora ha rintracciato una somiglianza con i bronzi di Riace... buuuuuuh!


Altra cosa, pare tipica, della città friulana è di andare a mangiare ai Buffet, locali grandi in cui si degustano formaggi e salsicce delle più varie, che mi hanno tanto ricordato le fraschette dei castelli romani. Ovviamente non per i prodotti, ma per l'allestimento della sala e per i banconi entro cui i prodotti sono esposti.


Si è provato Rudy, sempre in centro, ma roba troppo da crucchi, per i miei gusti! Salsicce in tutte le salse (!) bavaresi e non, avvolte nello speck etc... che possono essere accompagnate dalle patate in tecia che sono bollite e insaporite con la cipolla.

Roba pesantina, insomma.


Per una giornata il sole ci ha fatto una concessione ed è spuntato timidamente da dietro una nuvola.

Dunque, percorrendo il lungomare di Barcola, si giunge al Castello di Miramare, opera architettonica voluta dal fratello di Cecco Peppe (megli conosciuto come Francesco Giuseppe!) stabilitosi lì per 4 anni, prima di andare in Messico, con la moglie Carlotta.





Mentre si arriva, se qualche raggio filtra, la luce regala all'acqua un aspetto cristallino...

E poi, il Castello sospeso, come è parso a me!

Oltre alla costruzione, è piacevole fare un giro nel parco del Castello che è verdissimo e silenzioso, tranne per il cinguettio degli uccelli, ma per chi proviene da Roma è molto godurioso!

E, affacciandosi dall'altra parte del parco, un porticciolo.


Poi tornando scorgo, guardando il lungomare di Barcola, dove i triestini vengono a prendere il sole e a farsi il bagno (no spiaggia, solo cemento a livello strada!), la gente che legge il giornale della domenica, una siesta che tanto somiglia all'architettura di tante passeggiate costruite negli anni 70.

























La sensazione che ho registrato è strana. A Trieste, data l'esistenza di varie minoranze, ciò che qui ha un sapore straniero, estero, lì sembra di casa, come lo sloveno che parla, per esempio, sembra una diversa inflessione del dialetto, per quanto mi sembra di aver capito che il triestino sia un veneziano un po' rivisto.

Orgoglio o no, lingua riconosciuta o no, mi sembra che la mistura non sia male.
Chapeau anche a Trieste!

buoni viaggi a tutti,
Robiciattola



Menarosti
Via del Toro, 12 - Trieste
tel. 040 661077

Fora per Fora
Via Diaz, 9 o Via Cadorna, 10 - Trieste
Tel: 3409197873

Buffet Rudy spaten
Via Valdirivo 32 - Trieste
Tel +39 040 639428

6 commenti:

Anonimo ha detto...

tutto bene, fuor che questa affermazione: "triestino sia un veneziano un po' rivisto"... da veneziano e amante di Trieste non sono proprio d'accordo!
Tra i due dialetti - anche se capisco che chi viene da un'altra città potrebbe confonderli - ci sono davvero delle differenze sostanziali. Sono certo che se passa Paolo te lo conferma pure lui.
Trieste è una città splendida che vale la pena di essere visitata con attenzione

Robiciattola ha detto...

Eh si, beh, per una persona del sud che "ascolta" il triestino, è facile che questo risulti simile al veneziano. In fondo, se tu ascoltassi certo calabrese e certo siciliano, non riusciresti a distinguere l'origine territoriale dell'emittente.

thelonious ha detto...

Sì sì, su questo non ho dubbi!

Vicky Cristina Virginia ha detto...

brava, roby, ho letto solo adesso e mi e' piaciuto molto!

Aj ha detto...

Ciao!!
Sfortunatamente con amici siamo stati nel mese di aprile 2012 al ristorante fora per fora che ora cucina pesce e aihmé è stato un disastro! il cino era discreto ma il servizio lento e neanche troppo cortese e professionale ma quello che è stato peggio è il conto alla fine! 54 euro per un pasto che ne valeva non più di 40, ma proprio per essere generosi!!
Peccato, abbiamo eliminato il fora per fora dai ristoranti frequentabili!

Robiciattola ha detto...

ciao Aj!
Fondamentalmente sono d'accordo... mi pareva una cosa tipica, da provare. Ma no, non ho un ricordo così positivo. Temo, tuttavia - nel mio caso -, sia anche un fatto di prodotti.

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