venerdì 5 dicembre 2008

Cine

Changeling di Clint Eastwood
Ricordo la sensazione che mi lasciò Million Dollar Baby, all'uscita dal cinema: ero commossa per la bravura che trovavo nel viso di Eastwood. Oggi ripercorro con curiosità le sue regie e le sue interpretazioni e noto con gioia l'evoluzione di un uomo: i film con Sergio Leone, i suoi polizieschi e qualche blockbuster USA, fino a toccare i picchi degli ultimi anni da Mystic River (che segna pure l'esordio alle musiche!) a Flags of our fathers (dove si è cimentato nel racconto dell'altra faccia della medaglia). Non so bene se si tratti dell'età del regista che gli ha consentito di spalancare la porta ad una profonda sensibilità nel trattare temi socialmente e/o politicamente impegnati. Io ne godo, pur non promuovendo al 100% la regia. Il film con Angelina Jolie e John Malkovic (che mi sono chiesta dove fosse finito, prima di ritrovarlo in forma smagliante in Burn after reading!) è ben fatto e il tema è interessante, trattato sempre con una delicatezza quasi femminile. Gli attori sono bravi, ma a volte confesso di essermi un tantino annoiata, segno che il ritmo del film non è costante. E' interessante tuttavia seguire la dovizia di particolari con cui Eastwood racconta la società, la corruzione, la condizione della donna, denunciando tutto come se fosse, in qualche modo, assimilabile all'oggi più reale e, spesso, molto vicino.


Si può fare di Giulio Manfredonia
L'anno scorso, quando è uscito il solito cinepanettone natalizio dei Vanzina, con Bisio nel cast, mi sono sentita la terra franare sotto i piedi. Quest'anno mi sono ripresa la stima per lui grazie a questo piccolo filmetto, in cui Bisio torna intelligente (avrà avuto bisogno di liquidi!!!).
Quello che ho trovato eccezionale, oltre al racconto di una realtà piuttosto diffusa dal 1978, anno della L. 180 (quella che sanciva l'apertura dei manicomi), è stato il cast perfetto, inattaccabile, composto quasi per intero da volti nuovi o poco noti e mi ha fatto pensare ogni minuto che quelli bravi ci sono, ma che si prediligono tettone, bellocce, bellocci o figli di... e poi si chiedono perché il cinema italiano non decolla??
Vena polemica a parte, il film è di un'amarezza disarmante, ma allo stesso tempo molto divertente, accattivante, ricco e, dunque, mai piatto.Tutto si regge su Bisio che va a fare il direttore, impreparato, in un manicomio. Intorno a lui, un gruppo di matti che lui crede di poter sdoganare da una vita claustrofobica. E' il primo che ci crede e finalmente qualcuno lo segue...

buone visioni!!!

Robiciattola

4 commenti:

Anonimo ha detto...

la legge 180 o legge Basaglia sanciva la chiusura non l'apertura dei manicomi e la nascita di struttura alternative e meno restrittive come le cooperative o le case-faiglia..baci ..N.

Robiciattola ha detto...

OPS... mia cara, brava ad avermi fatto notare il lapsus!
Pensavo ad "aprire le porte" per far uscire i matti e m'è uscito questo errore/orrore.

baci,
r

gaz ha detto...

Grazie Robi della recensione!
Aspettavo proprio il giudizio di qualcuno "al di fuori di ogni sospetto" :)...
Bisio lo avevo lasciato e me ne dispiaceva, ma era inguardabile, però speravo in un suo ritorno!
ciao

Robiciattola ha detto...

rinnovato Bisio, Gaz.
non perderlo!

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