venerdì 9 luglio 2010

Lelio Luttazzi, Trieste 27/04/1923 - Trieste 8/07/2010

Peccato.
Mi sembrava una persona per bene.
Ho idea che c'è una vecchia scuola di italiani che non sapeva nulla di volgarità e guadagno facile. Quella scuola sta per scomparire definitivamente e, sebbene il ricordo degli italiani sia vivo (ancora per poco, visto che anche quelli coi ricordi stanno scomparendo!), sembra quasi che le nuove leve, in particolare nello spettacolo, non abbiano imparato niente dagli anni '60, dalla comicità, dalla classe, dalla grazia, dalla moderazione di qualità, quella che non esagera mai, insomma.
Peccato. Forse quegli spezzoni di varietà che tanto riempiono i buchi delle reti, in estate, dovrebbero mandarli in onda d'inverno, quando la gente sta appiccicata ai video, un po' per ricordare che in passato l'Italia si inventava qualcosa, dalla musica - come quella di Luttazzi - a tutto il resto.

Ecco, credo che lui facesse parte di quella classe.
E per fortuna che ogni tanto Fiorello l'ha invitato così magari anche qualche giovinetta e giovinotto poco provvisto di memoria a causa della sua giovine età, ne ha potuto godere dello swing, della classe.

Tante cose ha cantato Mina, scritte da lui. Una zebra a pois, per esempio.

arrivederci

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