lunedì 11 ottobre 2010

Come distruggere qualcuno, nelle migliori dittature...

E' ovvio, penso, che nel 2010 una dittatura non possa essere uguale, nelle azioni, a quelle che storicamente sono diventate l'esempio che oggi dovremmo rifuggire.
Sarebbe stato troppo facile, probabilmente, accorgersi dell'incedere di un dittatore se questo si fosse mostrato a noi come un qualsiasi dittatore sudamericano, orientale, o dell'est europa, del passato.
Ma no, siamo nell'era della comunicazione, dei mezzi di massa, ma non come poteva essere decenni fa, quando già erano stati inventati e collaudati. Siamo oggi in un epoca in cui tutto è mediato, tutto è visibile (quando lo si vuole), tutto è trasformato ad hoc per essere distillato attraverso il mezzo che si sceglie, in primis, ma poi tutti mezzi sono portatori, di una notizia, delle immagini di un personaggio, degli eventi.

Da una parte questo significa più libertà, ma dall'altra, quella più subdola, più becera, più viscida, diventa un marchingegno autodistruttivo per un popolo: usare la comunicazione, i mezzi, per costruire un colosso, distruggendo intorno tutto ciò che si oppone, in un movimento invisibile, apparentemente innocuo per la gente che non vede, quando non si interessa, quando non vuole accorgersi, perché - anche - ha giustamente delegato chi dovrebbe intendersene.

Dunque, quando si pronuncia oggi la parola dittatura a quelli della parte politica che rappresenta il consenso per il cavaliere, questi ridono, rispondendo che la sinistra italiana è la vera rovina e che quando B. non ci sarà più non sapremo più di che parlare.
Ma, in un certo senso, anche qui e oltre, se si parlasse di più dell'Italia che di fattarelli di gossip o poco più, forse non staremmo proprio messi così.

... e, intanto, si scrivono articoli, ma la "penna" (altamente metaforica) è quella di gente che la stragrande maggioranza non legge, purtroppo. Perciò pare fiato sprecato.

Ho appena letto l'articolo di Giuseppe D'Avanzo su Repubblica:
http://www.repubblica.it/politica/2010/10/11/news/dossier_d_avanzo-7933677/?ref=HRER1-1

di cui riporto solo il pezzo finale:

Il "giornalismo" di Vittorio Feltri è questo: minaccia, violenza, abuso di potere. Non importa sapere qui se è anche un reato. Dopo il character assassination in serie di questi dodici mesi, ne sappiamo abbastanza per giudicare. Ora non è rilevante conoscere se a questo "assassino politico", dunque a un professionista di una "macchina politica" e non informativa, si deve riconoscere lo status di giornalista. Non glielo si può riconoscere. È un political hitman. È un altro mestiere. Non è un giornalista. Non è lui il problema. Il problema è il suo Capo. Come non è in discussione la libertà di informare o la libertà di fare un giornalismo d'inchiesta. Quel che si discute è la minaccia che precede il lavoro d'inchiesta; è un giornalismo, un finto giornalismo agitato, come nel caso di Emma Marcegaglia, quasi fosse un manganello per fare piegare il capo al malcapitato. Quel che è importante adesso sapere è quanti sono nella vita pubblica italiana coloro che, ricattati dal Capo con questi metodi, tacciono? O spaventati da questi metodi tacceranno? Con quale rassegnazione si potrà accettare un congegno che consegna al capo del governo la reputazione di chiunque, come una sovranità sulle nostre parole, pensieri, decisioni?
Oltre a riportarvi il link al sito de Il Fatto quotidiano che ha gentilmente riportato le intercettazioni sull'affare Marcegaglia-Il Giornale:
http://www.ilfattoquotidiano.it/2010/10/08/marcegaglia-il-giornale-laudio-delle-intercettazioni/70154/

Ascoltarlo, potrebbe portarvi a odiare Porro e a considerarlo un viscido esponente della parte più orribile del giornalismo italiano. Nel suo modo di esprimersi, nei concetti, nelle intenzioni... insomma probabilmente idealizzo un mondo che è sporco da sempre, ma ascoltare un giornalista dire che si sta per mettere in moto una macchina contro la Marcegaglia perché il capo dell'ufficio stampa non lo saluta o perché ce l'ha con B. o perché... così, mi va... è davvero deprecabile. Per non dire altro.

Spero di non sentire nessuno dire che il povero B. non c'entra niente con la premiata ditta Feltri-Sallusti-Porro, che dirige il SUO giornale, perché penso sia proprio una delle più premiate, dunque... fate voi.

saluti e buon inizio settimana

3 commenti:

Anonimo ha detto...

I titoli della settimana (da Navi in Bottiglia, di G Romagnoli)

Lunedì: Berlusconi contro i giudici.
Martedì: I giudici contro Berlusconi.
Mercoledì: Berlusconi contro i giudici.
Giovedì: I giudici contro Berlusconi.
Venerdi: Berlusconi contro i giudici.
Sabato: Berlusconi contro i giudici.
Domenica: E' regime, Berlusconi non rispetta i turni.

PAUSA PUBBLICITARIA: Sei sempre stato di sinistra ma ora sei pronto a votare per Fini?Va in farmacia, comprati una bottiglia di olio di ricino e bevitela alla mia salute.

(06 ottobre 2010)

buon wend!

K.

Robiciattola ha detto...

ineccepibile.

lup ha detto...

già!!!

http://www.youtube.com/watch?v=oy7rgG-v_8E

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