martedì 2 agosto 2011

La "mia" Siria...

Là dove già il padre, Hafez al Assad - nel 1982 - aveva compiuto un tremendo massacro (uccise 20 mila persone circa), la storia si ripete oggi, per mano di Bashir Assad, suo figlio.
Vi rimando all'articolo de Il Post.
Maledetta Hama! Sembra.

A camminare per le vie della città, da qualunque parte ti volti, il "suono" delle norie ti insegue. Le norie sono come grandi ruote di un mulino, nel centro della città, ruote che in un'altra epoca servivano per portare l'acqua dal fiume fino nelle case. Oggi sono solo attrazioni turistiche dalle quali, però si ode ancora questo cigolio che è, per gli abitanti, un po' come un canto, ormai.

E' strano, ma affascinante.

Prima del cigolio, però, prima di entrare nella città, il 24 aprile 2007, ho anche scoperto un pezzo di storia: Assad padre aveva compiuto un massacro verso i musulmani nel 1982, quando ordinò di uccidere circa 20mila musulmani, tra uomini, donne e bambini.
Dunque ho avuto così la prova che si trattasse di una città ferita, quasi rasa al suolo, quasi cancellata.


E il cigolio è diventato più assordante.

C'era una festa quel giorno, intorno alla tell, una collina artificiale in senso archeologico (un po' tipo il Monte dei cocci a Roma, a Testaccio), cosiddetta in arabo, perché formata dall'accumulo di materiali usati dall'uomo nel tempo e depositati in un luogo circoscritto.
La gente si riversava per strada, tra musica e bancarelle, disposte lungo la circonferenza della collina.

C'era un'aria di spensieratezza forte. L'organizzazione della festa sembrava eccitante e insolita, ma aspettata. Si sentivano i passi della gente, le ruote dei passeggini, i commercianti che vendevano la loro merce e tutti sorridenti, felici, anche di avere noi, tra loro. Io ho scattato qualche foto, ho fatto qualche filmato e loro ridevano con me (roba insolita, ma i siriani sono speciali!).

Ora riguardo quelle foto, quei volti e mi chiedo se alla repressione di questi giorni qualcuno di loro è sopravvissuto. Con alcuni mi ricordo di avere chiacchierato: alla bancarelladel gelato appiccicoso, i bambini "uguali" sulla collina a fare pipì, l'uomo dell'hammam, i ragazzini per strada che vendevano dolcetti. Se ci penso, ho come un ricordo di realtà bella, di realtà spensierata, per loro.


Ed ora ci penso, in un modo che speravo fosse diverso. La scena è di nuovo un massacro e guardo i video che girano in rete per scorgere angoli della città che ricordo.

Ci sono stata nel 2007. Come si fa a non amare la Siria? I siriani poi mi sono sembrati un popolo gentile, dignitoso, umile, cortese, amichevole. Hama mi è parsa un bel microcosmo, un centro con un'identità bella, non turistica, ma vera, autentica. Mi sembrava ricca, piena di bambini, rumorosa, ma di quel rumore piacevole, quello che ti rimanda un suono di felicità e di vita.

Forse la fetta "occidentale" del mondo potrebbe cominciare a a guardare il Medio Oriente in un modo più normale. Entrare, insomma, senza fermarsi troppo sull'uscio, ma osservare con l'occhio curioso e vispo del bambino che non ha pregiudizi, libero da condizionamenti di sorta.

Ne gioverebbero, poi, anche i rapporti diplomatici tra mondo occidentale e mondo arabo, OIL FREE. Ma oggi il petrolio sembra essere l'unica merce di scambio perché si possa sperare in un intervento. E la Siria ne possiede, ma quanti sono i rapporti di convenienza di Assad con i capi d'occidente che non possono essere messi a rischio? Troppi. E tali da non consentire una presa di posizione, ma sol ouna flebile condanna. Ma c'è stata? No, sono tutti in ferie... Gli stati occidentali sono chiusi. Il cartello è stato esposto davanti alle vetrine dei nostri negozi-ati. Sarkozy è in Costa Azzurra, alle prese con la sua gravidanza, lui che in Libia ha ritenuto di dover fare la prima donna.

Gli interessi sono sempre la guida, ahinoi. Auspicare che ci sia un intervento diplomatico, pacifico, disinteressato sembra un'utopia da adolescente disinformato e idealista. Che rabbia!

In bocca al lupo.

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