venerdì 23 settembre 2011

21 settembre 2011: i REM si sono sciolti.

Non mi ricordo bene che anno fosse, ma un giorno mio cugino mi ha fatto ascoltare Out of time (1991) in cassetta. Ancora la ricordo tutta la cover scritta a mano da lui, titolo per titolo. Da quel giorno, quella cassetta non è più uscita dal mio piccolo stereo Philips per un bel po’. Ascoltata e riascoltata per ore, per giorni. E poi è arrivata la conferma, la consacrazione, la scoperta di un amore con Automatic for the people (1992). CD giallino fosforescente con i titoli nero stampatello. Una colonna sonora, praticamente, di quei tempi. Alcune proprio un inno.
Poi Monster (1994) che ho comprato, ovvio, ma che non ho capito. Mi sembrava il disco di qualcun altro. E, proprio in quegli anni, mi rendevo conto che non vivere a Roma era una sfortuna immensa, dal punto di vista musicale-concertistico: mi sono persa un sacco di gente importante.
Con New Adventures in Hi-Fi (1996) ho subito un altro stacco, forse perché i R.E.M. cominciavano ad essere accompagnati da altri ascolti, mentre ai tempi di Automatic for the people erano quasi i soli! Poche tracce insomma rimaste impresse. E poi, un ritorno, seppur breve, con Up (1998), grazie al fatto che mio fratello, in quegli anni, si era appassionato alla buona musica e allora è cominciata una condivisione tale da riportarmi ai “vecchi” amori.
Ecco, da dopo Up, ho smesso. Più o meno.
Non avevo più stimoli a comprare i dischi perché mi sembravano un po’ uguali, un po’ sentiti. Anche se dentro di me avevano lasciato qualcosa di… familiare.
Il concerto che ho visto all’Olimpico, con Giovanni, in curva sud, è stato bellissimo, emozionante su certe note e sono uscita dallo stadio, dicendomi, ripetendomi che Stipe è un gigante, animale da palcoscenico che non avrebbe potuto fare altro mestiere nella vita.
Detto questo, il 21 settembre apprendo che i R.E.M. (il rapis eyes movement in cui tutti credevamo, all’epoca) si sono sciolti. Hanno detto basta. E non ho capito (anche qui, come con Monster, ma un po' meno).
Forse è un segno di maturità, di onestà intellettuale, davanti a un’indiscussa perdita di ispirazione. Forse queste uscite di scena sono fatte apposta per non dire ciao in modo sfilacciante, ma per dirlo in modo corretto e consapevole a uno stuolo di fans confusi, al momento.

Comunque a novembre uscirà un doppio, ho sentito. Un tributo.
La sensazione di questi giorni, comunque, è quella di parlare di 3 persone scomparse, all’improvviso: foto, foto di gruppo, le canzoni più belle, le storie, le parole dei fans… una roba! Beh, dopo 31 anni, ci mancherebbe no?
Una famiglia, ecco. Quest’è. Per loro stessi e per i fans.
Poi Michael Stipe, nel frattempo è diventato altro. Non solo il frontman, il cantante, il portavoce etc… ma anche un testimonial di professionalità, di senso artistico, di correttezza, di onestà intellettuale, ma anche di come sfruttare la popolarità acquisita per delle lotte sociali in cui si crede.

Evviva Michael!
Evviva i R.E.M. e grazie.

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