martedì 15 novembre 2011

Molto forte, incredibilmente vicino di Jonathan Safran Foer

Ho letto questo libro che desideravo da un po’ e che Alessandra mi ha prestato dopo un weekend a Matera (ne parlerò presto!). Avevo visto il film Ogni cosa è illuminata, tratta da un libro dello stesso autore e ho avuto delle belle sensazioni: brillante e divertente, il primo tempo e amaro da morire, e triste, il secondo. Bravo il protagonista e perfetti i personaggi collaterali. Ma non sono qui a parlare di questo. Solo il libro. L’altro, libro.

L’ho trovato sorprendente! Un libro che mi piacerebbe scrivere. Il protagonista, poi, un bambino stupefacente, sentimentale, cinico, colto da morire e profondo. Un animale sociale pazzesco. Beh i tanti esseri razionali che esistono nel mondo starebbero lì a dire che Oskar Shell, un bambino di 9 anni, così, non esiste, ma io che amo la fantasia e le belle storie, anche un po’ sopra le righe, quando aiutano i lettori ad evadere, a credere, a capire le cose che nel mondo e nella quotidianità sfuggono, asserisco che… ce ne fossero di tanti piccoli Oskar! Aggiungo anzi che, se non ci sono tanti Oskar, spesso è responsabilità di quei genitori che pensano che stimolare la fantasia sia solo una stupidaggine e una perdita di tempo.

È piaciuto a molti questo libro e, dunque, spero che questo sia un buon segno, rispetto a quanto asserivo prima. È particolare nel disegno e nel modo in cui Foer, ogni tanto, interrompa la classica impaginazione di un libro, per prendere derive fantastiche, ma anche sentimentali, nuove, sognanti che danno al racconto un valore aggiunto incredibile: in definitiva credo fortemente aiutino il lettore a immedesimarsi in Oskar, a vedere le sue mani, nei suoi sogni, a giocare con lui. Tutto è un gioco, sì, ma è anche tutto molto serio: le lettere a Stephen Hawking e le risposte che ricorrono, per esempio, o la ricerca della verità sulla chiave e i personaggi che lui incontra e che lo aiutano e che lo arricchiscono. Il sistema narrativo segue un iter molto curioso. Io ho pensato ai piani di un palazzo, in cui ogni piano corrisponde a un gradino che Oskar percorre per perseguire il suo obiettivo finale che sembra viversi da solo, con i suoi sentimenti, ma che seguono una traccia che è bene non svelare, per chiunque fosse incuriosito da quello che sto scrivendo qui e che credesse di prendere tra le mani questo piccolo Guanda per divorarlo pagina dopo pagina.

In questa seconda metà anno, sto scoprendo una serie di chicche in cui sono protagonisti i bambini, bambini meravigliosi: gli attori o i personaggi. Oltre a questo libro ho scoperto il film This is England di Shane Meadows, a una settimana di distanza da Super 8 di J.J. Abrahms, entrambi con attori strepitosi. Per non parlare di tutti i film della sezione Alice nella città, visti all’ultimo Festival del film di Roma di cui poi parlerò.

Quest’inverno pare uscirà il film. Purtroppo, sebbene confidi nel bambino che interpreterà Oskar, non ho molta fiducia sul prodotto che ne verrà fuori. Forse sono solo molto condizionata dal cast che vede Tom Hanks nel ruolo del papà e Sandra Bullock (che non mi piace affatto) nel ruolo, importantissimo, della mamma. Sarà un semi blockbuster, a dispetto della bella trasposizione di Ogni cosa è illuminata che, al di là della fedeltà con la quale ha seguito il libro, è stato un film godibilissimo? Vedremo.
Buona lettura e buone cine visioni.

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