martedì 7 ottobre 2008

Cine cine cine




























Il prossimo venerdì 10 ottobre uscirà un piccolo film che è finito a Cannes, vincendolo, lo scorso maggio, anche perché diretto da Laurent Cantet, un regista che si ama per quella sensibilità nel raccontare la faccia della quotidianità che al cinema spesso si fugge per andare incontro a favole o sogni.
Entre le murs è il titolo francese. Il banale La classe è quello italiano, ma si sa i titoli accattivanti e "giusti" non sono di questo paese!
La sceneggiatura è di François Bégaudeau, l'autore del libro, in effetti. Ma anche l'attore principale, quello che dirige, in un certo senso, il mondo così a parte delle periferie parigine di cui tanto s'è sentito parlare.
Visto in lingua originale ha un altro suono. Ma oltre all'ovvietà di questa considerazione, c'è da dire che la pronuncia usata dai ragazzini protagonisti in italiano non avrà lo stesso effetto. Un film è fatto anche di questo, se è questo, tra l'altro, il centro del film.
Bégaudeau punta tutto sulle difficoltà di insegnare in una scuola di periferia, per un insegnante, così come per gli alunni. Gli spigoli, le incomprensioni, i fraintendimenti, sono milioni, tanto che si accavallano e non sono controllabili dalle buone intenzioni, non sono arginabili. Fuori controllo.
Il vortice aumenta, inesorabile.
Buona visione.

Il miracolo di S. Anna - Spike Lee è sempre un americano a cui una casa di produzione può dare tanti soldi per confezionare un film davvero molto accattivante, per famiglie, riunendo un bel po' di temi sensibili, dalla seconda guerra mondiale, alla razza. Si legge da qualche parte che ci sono momenti buoni, ma a parte l'attacco iniziale, non c'è molto altro. Ahimè. Della storia si sono lamentate le associazioni di S.Anna di Stazzema e i Partigiani. Gli spettatori di boca buona ci si lamenta per il brodo allungato (160 min), per i temi trattati come se si stesse guardando una fiction, per gli attori che sembrano improvvisare, per il buon Lo Cascio che dice solo due parole e via e per la superficialità che si percepisce nonostante le intenzioni urlate e forse è proprio questo il punto.
Cos'è?
Un film di guerra o sui sentimenti?
Un film su una strage senza motivo o sui sentimenti?
Un film sul razzismo o sui sentimenti?
Non è chiaro, nel senso che potrebbero convivere tutti questi intenti se non affondassero, già dalle prime battute, nel sentimentalismo americano più becero e falso.

Burn After Reading - Cohen in superproduzione dopo il successo di No Country for Old Men, alla stregua di Woody Allen che scrive film più di quanti ne riesca a vedere! Uno "serio" e uno "demenziale", ok. Ma si sa, il demenziale dei Cohen, è di quelli che nasconde delle chicche filmiche nei metri di pellicola. Qui si registrano le facce dei protagonisti migliori che si potessero scegliere: da Brad Pitt (che più brutto non si può!) a Frances Mc Dormand perfetta come sempre e allineata col marito (Joel Cohen!), su tutti, nonché un Malkovic terribilmente invecchiato. Tuttavia anche chi ama i Cohen troverà un film che sa di fortuito, di casuale, quasi la telecamera gli sia piombata in mano, senza avere scritto troppo. Gli eventi sono più slegati del solito, dove il solito invece piace agli amanti dei due fratelli!!! I dialoghi finali della CIA in panne sono le chicche del film, assolutamente.
sempre buona visione,
Robiciattola

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